I primi esploratori sbarcati in Polinesia, rimasero incantati dall'accoglienza che questi popoli riservarono loro.
Uno di questi, Etienne Marchand, nel 1791 annotava nel suo diario: "Un gran numero di giovani belle e attraenti ci vennero incontro con le loro canoe. I loro sguardi e gesta lasciavano ben pochi dubbi sulle loro intenzioni che vennero poi confermate dai loro uomini che fungevano da interpreti".
Erano bellissime donne dalla pelle chiara, dai lunghi capelli neri cinti da corone di fiori, vestite solo di un gonnellino di fibre di cocco, che venivano incontro a questi stranieri cantando dolcissime canzoni, ballando il tamuré e cingendo il loro collo con collane di fiori multicolori.
Per queste vahiné non c'era niente di male nel donarsi completamente a loro. Sceglievano il compagno in un modo molto buffo: lo prendevano in braccio e se questo preliminare era da esse gradito, lo portavano nel loro faré.
Circondati da una natura meravigliosa, con donne splendide il cui unico scopo era di farli felici, questi poveri marinai ritornavano in patria molto a malincuore. Fra le tante cose che ricordavano con pungente malinconia c'era un piatto che le vahiné preparavano per ritemprarli dopo una giornata particolarmente felice... in tutti i sensi.
1 aragosta di circa 1 kg.
2 tazze e mezzo di succo di lime (va bene il limone)
1 cucchiaio di erbe polinesiane finemente tritate (va bene il prezzemolo)
Salsa Tabasco
Spumante secco
Se non avete la vostra vahiné a prepararvela, chiedete al vostro pescivendolo di togliervi dal guscio la polpa di una bella aragosta.
Una volta a casa, ponetela in un piatto fondo coprendola completamente con il succo di lime.
Aggiungete le erbe e mettete in frigo per 12 ore fino a quando l'aragosta sarà completamente cotta dal succo di lime.
Al momento di servirla, tagliatela a fettine e aggiungete il tabasco a piacere.
Un'ottima idea è quella di preparare il piatto al mattino presto in modo che sia pronto alla sera.
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